13 Maggio 2021 ·

Ritorno a Hong Kong dopo 18 anni di missione con AsiaNews

Il saluto del direttore di AsiaNews. Hong Kong e Cina, antica e nuova missione. Il grazie a Dio, allo staff di AsiaNews, ai lettori e alla loro generosità. La missione nel campo della comunicazione è “il primo areopago” della missione contemporanea.
Cari amici lettori,
il 31 maggio si conclude il mio lavoro come direttore di AsiaNews e di AsiaNews.it. Il superiore del Pime (Pontificio istituto missioni estere), a cui appartengo, mi ha destinato alla missione di Hong Kong-Cina, dove penso di giungere ai primi di agosto. Sono già stato in missione fra Hong Kong e Cina negli anni 1990-1997 e la passione per il destino del popolo e della Chiesa cinesi sono stati sempre nel mio cuore e nel mio impegno anche in Italia. Parlando della mia nuova (e antica) destinazione, qualche media ha ipotizzato tensioni col Vaticano sulla posizione che AsiaNews ha nei confronti della Chiesa in Cina e sull’Accordo sino-vaticano, che avrebbero costretto i miei superiori al mio allontanamento. In realtà, il mio andare a Hong Kong e in Cina è un avvicinamento alla mia missione primaria, a un punto caldo e sanguinante del pianeta, dove soffrono popolo, cristiani e religioni, e dove un gigante autoritario come la Cina diffonde ondate di inquietudine sul resto del mondo. Proprio lì è importante che risuoni e sia testimoniata la salvezza e la speranza che Gesù Cristo ha portato per ogni uomo e donna, anche per chi è prigioniero di un regime, anche per chi costruisce il futuro del proprio popolo sulla schiavitù politica o sull’apparente falsa libertà del consumismo, che è l’altra faccia di una schiavitù della produzione e del materialismo. Per questo io sono grato ai miei superiori per questa decisione.

Per i 18 anni passati a lavorare in AsiaNews devo ringraziare tanti. Anzitutto Dio, che ci ha permesso di essere uno strumento di amplificazione delle voci di Chiese e popoli così spesso dimenticati e vittime dell’indifferenza, o usati come strumento di profitto e piacere esotico in un dialogo Oriente-Occidente fatto solo di economia e ottuso interesse.
Devo anche ringraziare tutto lo staff di AsiaNews con il quale ho collaborato, sempre pronto a vivere questo lavoro come una missione, superando con generosità tempi e ritmi di lavoro, offrendo tempo, spazio e amicizia alle persone dell’Asia.

Il grazie più importante è per tutti gli amici e i lettori: in questi 18 anni AsiaNews ha potuto continuare grazie alla vostra generosità, al vostro aiuto economico, condividendo con noi l’idea che le nostre notizie devono essere diffuse e non “pagate”. Il nostro amministratore ha calcolato che in tutti questi anni AsiaNews è riuscita a vivere e lavorare grazie alle vostre donazioni, che si aggirano sui 4,5 milioni di euro (senza aver mai fissato alcun prezzo di abbonamento, e con il Pime che ha contribuito in tutto per 500mila euro). Posso assicurare che non abbiamo mai smesso di pregare per voi, perché la vostra generosità fiorisca in frutti di pace e di amore per il mondo e per voi stessi.

La missione di AsiaNews non è il profitto, ma essere voce dei popoli e delle Chiese dell’Asia, nella certezza che Gesù Cristo è il Redentore dell’uomo e che l’uomo è la via della Chiesa. Per questo, fatti, eventi, dichiarazioni, perfino catastrofi, sono guardati per comprendere come gli esseri umani possono essere più veri, più se stessi, più felici in queste situazioni, salvaguardando sempre e anzitutto la dignità delle persone, siano esse poveri, lebbrosi, terremotati, alluvionati, o ricchi, magnati, dispotici, violenti.

La dignità assoluta di ogni uomo o donna si fonda sul suo essere creatura, generata da Dio. Per questo la nostra prima battaglia è sempre stata per la libertà religiosa non solo dei cristiani, ma di tutte le fedi.

Un giornalismo appassionato all’uomo e non al profitto, sa essere anche profetico: intuisce piste e percorsi come una sentinella in avanscoperta, che ritornando invita altri su quel percorso. Le nostre campagne sono servite a questo. La prima è stata per la liberazione del cristiano Savio O’Connor dalle prigioni saudite. Nelle aperture – alcune reali, altre ambigue – che Riyadh sta attuando, noi vediamo il frutto del sangue versato e del dolore vissuto da Savio e da altri cristiani o indù.

Un’altra importante campagna è stata “Adotta un cristiano di Mosul”: nata nel 2014 per aiutare i profughi cristiani in fuga dallo Stato islamico in Iraq, essa è divenuta il modello per tante campagne a favore non solo dei cristiani, ma anche di yazidi, musulmani sunniti e sciiti, mandei, ecc. Sono gli stessi che papa Francesco ha visitato in Iraq lo scorso marzo.

Vi sono state campagne più “piccole” per i cristiani dell’Orissa, i terremotati del Nepal e dell’Indonesia, gli alluvionati delle Filippine, gli studenti cinesi, … L’ultima, fra le più commoventi, è quella per liberare dalla schiavitù 52 famiglie di disoccupati delle fabbriche di mattoni a Kamalpur (Pakistan). Ci sono ora diversi gruppi in Italia e all’estero che vorrebbero continuare quest’opera.

Il mio futuro non è ancora precisato: lavoro pastorale, lavoro culturale, lavoro nelle prigioni, … Tutto dipenderà dalle occasioni che si presenteranno dopo il mio ritorno nel mondo cinese.

Il futuro di AsiaNews e di AsiaNews.it è nelle mani dei superiori e della loro lungimiranza. A p. Mario Ghezzi, nuovo direttore di AsiaNews, già attento missionario in Cambogia, il mio augurio e la mia preghiera per continuare la missione nel campo della comunicazione che – come diceva san Giovanni Paolo II – è “il primo areopago” della missione contemporanea (Redemptoris Missio, n. 37).

Nella foto: un'immagine del Mar Cinese meridionale dalla Pime House di Hong Kong.


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