Quarantena di Hong Kong: ancora un giorno e sarò libero
Hong Kong (BC.it) - Ancora un giorno e sarò libero: oggi è il 20mo giorno di quarantena al Regal Airport Hotel e sono già eccitato per il fatto che finalmente potrò andare a casa e salutare i miei confratelli in modo diretto, non via whatsapp o altro marchingegno social.
Il mio 20mo giorno di quarantena – di quasi liberazione – coincide con la conclusione della 20ma missione spaziale cinese (la Shenzhou): proprio oggi, nel primo pomeriggio sono atterrati tre astronauti nella Mongolia interna: erano stati nella stazione orbitale cinese Tiangong (Palazzo celeste) per 90 giorni, a partire da giugno. Anche loro avranno avuto poco spazio come me e la non possibilità di fare una passeggiata “fuori”… Ma certo avevano da fare i loro esperimenti. Pensate che avevano perfino una “cameretta”, un settore, una cella per ognuno, dove avevano – dicono i media di qui – anche una cyclette e attrezzature ginniche.
Quello che spiace è vedere la Cina da sola in questa impresa spaziale, mentre dall’altra parte c’è la comunità internazionale che collabora (Usa, Russia, Giappone, Europa). Non so i motivi per cui Pechino è fuori dal gruppo internazionale della stazione orbitale. Ma certo ripropone questo conflitto - per ora solo fortemente vocale – fra la Cina e il resto del mondo, e in particolare con gli Usa e l’occidente.
In preghiera per l’Afghanistan
Vivendo per quasi tre settimane in una camera d’albergo e avendo solo la televisione cinese che funziona, mi ha impressionato l’astio che si mette nel comunicare le notizie, soprattutto di critica verso gli Usa. Non sto difendendo gli americani, che di cappellate ne hanno fatte tante (Afghanistan Iraq, Siria, Libia, Libano, …) ma mi fa impressione che in un telegiornale cinese ogni giorno si parli a lungo – anzi a lunghissimo – del “disastro” Usa in Afghanistan, alla fine colpevolizzando gli Usa per la situazione afghana, che in fondo ha anche responsabilità locali.
Onestamente mi sembra un atteggiamento non giustamente mirato. Anche perché se si vuole migliorare la situazione afghana, occorre trovare una cooperazione internazionale politica, militare, umanitaria e c’è bisogno anche degli Usa – che giustamente chiedono garanzie di novità dai Talebani – e di tutti.
Con l’abbandono Usa dell’Afghanistan, chi rischia grosso non sono solo gli afghani, ma anche la Cina e la Russia, che si vedono “consegnata” una bomba a scoppio ritardato di terrorismo proprio alle loro frontiere. Sembra quasi che gli Stati Uniti abbiano detto: Ah sì? Voi criticate me? Allora prendetevi voi questa patata bollente! Le diplomazie di Mosca e Pechino impazziscono tra minacce, richieste di garanzie, promesse di aiuti umanitari… e la comunità internazionale fa a meno di prendere a cuore questa ennesima situazione di sfacelo.
Del resto, anch’io posso fare molto poco, se non offrendo una preghiera da recluso.
(Foto: Xinhua)