La Regina degli Apostoli e i morti di Tiananmen
Hong Kong - Oggi, 4 giugno, vigilia di Pentecoste, si festeggia Maria Regina degli apostoli: lei che prega nel cenacolo insieme ai discepoli, contribuisce a far avvenire per loro il miracolo dell’Annunciazione, ossia il dono dello Spirito Santo, che rende gli apostoli missionari-portatori di Cristo in tutto il mondo.
Per il Pime, Pontificio istituto Missioni estere, è la festa principale dell’Istituto, in cui vediamo l’inizio del nostro impegno.
Oggi è anche l’anniversario del massacro di Tiananmen, avvenuto la notte fra il 3 e il 4 giugno 1989 sulla piazza omonima a Pechino. Almeno 200 giovani – fino a qualche migliaio, secondo diverse ong - studenti e operai, sono stati maciullati dai carri armati e dai fucili dell’esercito cinese. Studenti e operai avevano occupato per quasi due mesi la piazza, domandando in modo non violento più democrazia e meno corruzione alla leadership del Partito comunista cinese (Pcc). La leadership non ha mai accettato di dialogare con loro e ha decretato la legge marziale e poi l’intervento dell’esercito.
Unico a voler dialogare con i manifestanti è stato Zhao Ziyang, che per questo ha perso la carica di segretario generale del Partito e ha passato il resto della vita agli arresti domiciliari.
Ad Hong Kong dal 1990 vi è sempre stata una veglia per i caduti di Tiananmen, con carattere di ricordo affettuoso e di richiesta al Pcc di fare giustizia verso di loro chiamandoli “patrioti” e non “controrivoluzionari”, come ogni anno chiedono le madri dei figli uccisi a Tiananamen.
Nei due anni scorsi, il 2020 e il 2021, a Hong Kong è stata proibita la veglia per motivi “igienici”, causa Covid. Si era nel periodo in cui la Cina stava frenando il desiderio di democrazia da parte della popolazione, che aveva partecipato a manifestazioni in numeri che sfiorano gli oltre 2 milioni di persone. Alcuni che hanno voluto commemorare lo stesso l’evento, pur mantenendo il “distanziamento sociale”, sono stati accusati di partecipazione a manifestazione illecita e arrestati. Fra questi vi è Joshua Wong e Jimmy Lai, che sono in prigione in attesa di processo per altre accuse legate alla legge sulla sicurezza nazionale.
Quest’anno non vi è stato un divieto esplicito da parte del governo, ma il capo dell’esecutivo Carrie Lam ha messo insieme diverse considerazioni: la legge sulla sicurezza (se si domanda la fine del partito unico in Cina si può essere accusati di terrorismo), i distanziamenti sociali, i campi di calcio di Victoria Park – dove avveniva la manifestazione – che quest’anno sono già da tempo “tutti occupati” per questo giorno. La polizia ha anche inviato un messaggio ai giovani di Hong Kong dicendo: “Non provocateci”.
Anche la Chiesa cattolica, che organizzava messe aperte a tutti in commemorazione dei defunti di Tiananmen, quest’anno ha dato indicazione di fare messe e ricordare l’evento a piccoli gruppi o personalmente.
In questo modo, quella veglia, che rappresentava visibilmente il fatto che Hong Kong era governata secondo il principio “Un Paese, due sistemi”, ha perso questo forte simbolo.
Ma molta popolazione di Hong Kong ricorderà i morti di Tiananmen personalmente, a casa, o con alcuni amici, facendo digiuni e preghiere.
C’è qualcosa che lega Maria Regina degli apostoli e i massacrati di Tiananmen? In qualche modo, i morti di Tiananmen sono come i Santi Innocenti, gente non cristiana che è morta in testimonianza di Gesù, vera Libertà e vera Giustizia. E Maria è Regina degli apostoli perché ne è Madre e questo titolo le viene dato sotto la croce, quando Gesù le affida il discepolo da Lui amato, Giovanni. Il mistero del dolore di Gesù e di Maria avvolge anche il dolore dei figli e delle madri di Tiananmen.