Il ‘Diario di prigionia' del card. George Pell
In questi giorni di attesa per la mia partenza a Hong Kong ho finito di leggere il ‘Diario di prigionia’ del card. George Pell, pubblicato dall’editrice Cantagalli. Consiglio a tutti di farne la lettura per l’estate. In esso egli racconta giorno per giorno i 13 mesi passati in prigione, i limiti e le difficoltà dell’isolamento, il conforto che gli viene dalla lettura del breviario e dalle lettere che ha ricevuto in quel periodo. Il cardinale, accusato e condannato per pedofilia, dopo sei lunghi anni è stato riconosciuto innocente. Nel “Diario”, che è un’ottima meditazione quotidiana, emerge a tratti la pista che le accuse contro di lui e i processi mediatici e quelli giudiziari erano parte di un “complotto” contro la Chiesa australiana e quella universale. Ma la verità e la forza della sua testimonianza e della nostra solidarietà ha potuto infine emergere.
Mi permetto di citare qui sotto la più lunga recensione del suo volume, pubblicato su AsiaNews il 28 maggio scorso.
“Quando, alcuni mesi fa, ho ricevuto l’invito a pubblicare l’edizione italiana del Diario di prigionia scritto da Sua Eminenza il Cardinale Pell, ho accettato con grande entusiasmo principalmente per un motivo: il Diario del Cardinale non è soltanto un racconto, un resoconto dei giorni di prigionia di uomo coraggioso e onesto. Ciò che più mi ha appassionato è la sua testimonianza di fede chiara, sincera. Una fede vissuta, concreta”.
Sono queste le parole con cui David Cantagalli, l’editore dell’omonima casa editrice, introduce il volume che ha deciso di pubblicare, il primo tomo del “Diario di prigionia” di George Pell. Le 448 pagine del libro raccontano giorno per giorno la cronaca autobiografica, i pensieri, i timori, gli alti e bassi della salute fisica, le preghiere e la “salute” spirituale dell’uomo che – come lo definivano molte agenzie di stampa – è stato la “personalità vaticana più alta ad essere condannata per pedofilia” in un processo che in appello (il 7 aprile 2020) si è sgonfiato come neve al sole e ha garantito l’innocenza dell’ex arcivescovo di Melbourne, di Sydney ed ex prefetto del Segretariato vaticano per l’economia.
Ma il processo celebrato il 13 marzo 2019 aveva condannato il porporato a 6 anni di prigione per un fatto “non commesso”, come dice egli stesso nel diario e come hanno detto molti testimoni. L’accusa era che egli aveva abusato sessualmente di due chierichetti alla fine della messa domenicale nella cattedrale di Melbourne. Dopo anni di accuse, dibattiti e udienze, iniziate nel 2017, nel 2019 rimaneva solo uno degli accusatori, una pretesa vittima: l’altra aveva ritrattato prima di morire.
Diversi osservatori hanno fatto notare che i problemi per il card. Pell sono iniziati poco dopo i suoi primi, decisi passi come prefetto del Segretariato per l’economia in Vaticano. Qualcuno sospetta che le accuse fossero un modo per sbarazzarsi di lui e del progetto di rendere l’economia vaticana meno soggetta a manipolazioni dall’esterno e a traffici illeciti.
Ma c’è anche una ragione che si può leggere fra le righe di quanto scrive lo stesso porporato nel suo diario: l’accanimento verso di lui era un modo per sfogare la rabbia da parte di un mondo che aveva avuto certo esperienze dolorose con personale religioso accusato di abusi sui minori, ma soprattutto voleva fare a meno della Chiesa e della sua influenza sulla società: qualcosa che nell’introduzione del libro, lo scrittore George Wiegel definisce “un lento omicidio politico perpetrato per via giudiziaria”.
Il “Diario” quotidiano getta lo sguardo e aiuta a partecipare alle domande del card. Pell, alla sua situazione di “sorvegliato speciale” e pericoloso “come un terrorista”, ai bisogni di ogni giorno, dal divieto a celebrare la messa alla mancanza di un libro, del breviario, di un rasoio… E fa stupire per la pace, la mancanza di desiderio di vendetta, la preghiera per i giudici, gli accusatori, il pubblico ministero, ma soprattutto per la Chiesa e la sua missione nel mondo.
Questo “Diario” è un’ottima lettura e meditazione: ricorda il libro di Giobbe, in cui l’innocente colpito ingiustamente discute con Dio, o le memorie del cardinale vietnamita Francesco Saverio Van Thuan, che ha passato 8 anni in cella di isolamento nelle carceri del regime. Lo stesso autore li cita nelle sue pagine. Alla fine di ogni giornata, il card. Pell conclude la sua cronaca con una preghiera a Cristo, affidandogli persone, situazioni nel mondo, amici, parenti, e chiedendo la forza della testimonianza alla verità.