I Nobel 2024 per l'economia, 'a favore della democrazia'
Hong Kong (BC.it) I Premi Nobel per l’Economia di quest’anno vanno “a favore della democrazia”, come ha dichiarato uno dei premiati, e quei Paesi autoritari (come la Cina) che pure presentano grande sviluppo economico, hanno una crescita “instabile”.
I riflettori su Daron Acemoglu, turco-americano, Simon Johnson e James Robinson, angloamericani, premiati ieri dall’Accademia di Stoccolma, cadono a fagiolo sulle discussioni sempre piu’ diffuse sulla crisi della democrazia, sul valore di una dittatura per ottenere sviluppo economico, sulla fine dell’occidente, ecc…
Acemoglu e Johnson sono accademici del MIT (Massachusetts Institute of Technology); Robinson e’ professore all’universita’ di Chicago. Essi hanno dedicato molti anni allo studio delle disuguaglianze economiche fra le nazioni e si sono accorti di un legame stretto fra istituzioni sociali e prosperita’.
In una dichiarazione che spiega i motivi del premio, la giuria di Stoccolma cita come esempio la citta’ di Nogales, divisa dalla frontiera Messico-Usa. I residenti della parte sotto gli Stati Uniti tendono ad essere piu’ prosperi. E questo avviene non a causa della cultura o della geografia, ma per la differenza nelle istituzioni. Il sistema economico Usa – sottolinea la giuria – offre ai residenti della zona nord maggiori opportunita’ per scegliere la loro educazione e professione, ed essendo parte del sistema politico Usa, hanno piu’ larghi diritti politici.
Al contrario, nella zona sud di Nogales i residenti vivono sotto altre condizioni economiche e il sistema politico limita le loro potenzialita’ nel poter influenzare le legislazioni.
“L’introduzione di istituzioni inclusive creano benefici a lungo termine per tutti, mentreistituzioni chiuse offrono risultati a breve termine solo per la gente al potere”. La conseguenza e’ che “istituzioni create per sfruttare le masse sono negative per una crescita a lungo termine”. Invece un buon sviluppo avviene per quelle nazioni che “stabiliscono liberta’ economiche fondamentali e lo stato di diritto”.
Acemoglu, parlando ai giornalisti dopo la notizia del premio, ha detto che il loro lavoro “e’ a favore della democrazia”.
Pur ammettendo che “introdurre la democrazia e’ molto difficile”, egli ha sottolineato che “i Paesi che passano da un regime non democratico alla democrazia, riescono a a crescere circa 8, 9 anni piu’ veloci rispetto a un regime non democratico”.
In conferenza stampa, Acemoglu ha anche citato la Cina e i suoi successi nel campo dell’hi-tech. Essa potrebbe essere vista come una sfida alle conclusioni dei suoi studi. E lui ha commentato: “La nostra tesi e’ che questo tipo di crescita in Paesi autoritari e’ spesso piu’ instabile”.