Caro Card. Pell, grazie della tua amicizia che dura da così tanto tempo. Ci siamo conosciuti al Sinodo sull'Oceania nel 1998 e mi ha colpito subito la brillantezza della tua intelligenza, la solidità della tua fede e il tuo humor da gigante buono.
Ci siamo rivisti a Roma dopo tanti anni: tu lavoravi come Segretario per l'economia in Vaticano, io per le Chiese dell'Asia e mi colpiva che un uomo del vertice, che lottava per un'economia cristiana, avesse a cuore i destini della Cina e dell'Asia.
Ma il mondo non è contento se l'economia del Vaticano funziona bene e se un cardinale non può essere reso handicappato e ricattabile.
E' quindi venuto il periodo delle accuse infamanti e false che ti hanno reso ancora più simile al Cristo della passione. Le tue memorie nella prigione in Australia mi sono servite a comprendere come si può anche redimere il tempo passato in carcere.
Da ieri sei in Cielo davanti al Signore. Non ho perso un amico, lo abbiamo riguadagnato tutti.