28 Novembre 2024 · Spiritualità

Avvento e Giubileo

Ritiro spirituale per l'Avvento 2024 St Teresa's church – Kowloon, Hong Kong 24 Novembre 2024 Diverse persone mi hanno chiesto di condividere questo testo, che puo' essere utile ad essere meno impreparati a celebrare l'Avvento e l'imminente Giubileo. Il testo ha anche dei titoletti numerati e in corsivo: si tratta di didascalie a diapositive, proiettate a commento delle parole, a mo' di presentazione in Power Point. Purtroppo non mi e' possibile inserire tutte le immagini in questo sito web.
1.2. Corona d'Avvento
 
Il tempo di Avvento è il periodo che precede il Natale. In questo periodo, 4 settimane, la Chiesa ci aiuta a concentrarci sulla venuta di Gesù. Avvento deriva da una parola latina che significa "venuta". Ma mentre aspettiamo la venuta di Gesù nella mangiatoia di Betlemme, aspettiamo anche la venuta di Gesù alla fine del mondo. Come dice Sant'Agostino: la sua prima venuta fu nella povertà; la sua seconda venuta sarà nella gloria.
3. Cristo nella gloria
Pertanto, l'Avvento è un tempo in cui ci chiediamo: cosa stiamo aspettando? Qual è la nostra speranza per il futuro? Una promozione in ufficio? Un aumento di stipendio? Un viaggio in qualche paese esotico? Tutte queste cose sono belle, ma non durano: dopo un po', la gioia ad esse correlata scompare. Perché i nostri desideri sono enormi, infiniti e non si accontentano solo di queste piccole cose. La Chiesa dice che il nostro cuore può essere appagato solo dalla verità, dalla luce, dalla gioia e dall'amore di Gesù Cristo. Per questo motivo, durante l'Avvento cerchiamo di prepararci a incontrare Gesù, a conoscerlo di più, a scoprirlo.
4. Affondare nei doni
È un peccato inutile preparare tante cose per Natale (cibo, regali, luci, albero, presepe...) ma non prepariamo il nostro cuore e la nostra mente a incontrare Gesù. È come celebrare una festa per il compleanno del nostro amico, ma quando arriva, non lo guardiamo, non lo abbracciamo, non passiamo del tempo con lui. Il Giubileo
5. Papa Francesco annuncia il Giubileo
Quest'anno riceviamo un dono speciale da vivere profondamente in questo Avvento: la vigilia di Natale, papa Francesco inaugurerà il Giubileo, aprendo la Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma. Il Giubileo è un momento speciale per ristabilire il nostro rapporto con Gesù e con la sua forza che trasforma la nostra vita e la vita della nostra società. C'è una relazione molto forte tra Avvento e Giubileo: tempo di attesa della venuta di Gesù; tempo per rafforzare la nostra speranza. Vediamo cosa ci dice papa Francesco di questo Giubileo.
 
 
6. Yobel
Nell’Antico Testamento, il Giubileo era tempo speciale di ritorno a Dio, di rinnovamento personale e sociale. Il suo nome deriva da “yobel”, il corno di ariete che veniva suonato per annunciarne l’inizio.
Esso comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra (cfr. Lev 25,8-13).
Per gli ebrei, il ritorno a Dio generava il rinnovamento personale e sociale.
7. Gesu’ a Nazareth
Gesù considera se stesso l’annunciatore di un nuovo Giubileo, un “anno di grazia” per la liberazione e la gioia del mondo (Luca 4,16-21; cfr. Is 61,1-2):
 
“Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.  Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore
.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi»”.
8. Gesu’ la Porta
Gesu’ e’ annunciatore, ma soprattutto e’ la causa, la forza, l’energia di questa trasformazione dell’uomo e del mondo.
Con il suo amore e la sua verita’ -  e soprattutto con la sua morte e resurrezione - Egli ci ha introdotto in un mondo nuovo: dignita’, tenerezza, perdono, vita eterna.
Ricevere la sua vita, seguirlo, intessere un rapporto con Lui e’ la condizione per una vita piena. Egli e’ la Porta che fa entrare nella vita (Giov. 10,7-10):
“Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.  Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”.
9. Primo Giubileo (Bonifacio VIII)
Nella Chiesa, il primo Giubileo e’ stato varato nel 1300, proposto da papa Bonifacio VIII come un’occasione per un ritorno a Dio e per una trasformazione della vita individuale e della societa’. All’inizio la ricorrenza veniva celebrata ogni 100 anni, poi a poco a poco si e’ giunti a celebrarla ogni 25 anni.
10. Giovanni Paolo II apre la Porta Santa nel 2000
L’ultimo Giubileo ordinario e’ stato quello del 2000, all’inizio del nuovo millennio.
11. Giubileo 2015 (Papa Francesco)
Ma vi sono stati anche Giubilei straordinari come quello del 2015 (Anno della Misericordia), voluto da papa Francesco. Nella lettera di indizione di questo Giubileo egli annuncia anche che vi sara’ un Giubileo straordinario nel 2033, secondo millennio della redenzione ottenuta dalla morte e resurrezione di Gesu’.
 
La speranza che non delude
12. Il Logo del Giubileo 2025
Il tema del prossimo giubileo e’: “La speranza non delude” (Rom 5,5).
 
Per papa Francesco nel mondo vi e’ molto desiderio di speranza: alzarsi al mattino, andare a lavorare, incontrare gli amici, interessarsi di una cosa o di un’altra… C’e’ sempre il desiderio che succeda qualcosa, che qualcosa di buono possa avvenire.
13. Nessuna speranza
Ma nel mondo ci sono anche tante speranze deluse, o meglio: tante delusioni. Le cose o le persone da cui ci attendevamo qualcosa di nuovo e di bello non ci hanno dato nulla. Cosi’ restiamo delusi e spesso le nostre situazioni peggiorano e si oscurano sempre di piu’.
In questi casi, vi sono solo due vie di uscita.
La prima e’ quella di accontentarsi. Non fare troppi programmi, non avere troppi desideri, perche’ tanto nulla cambia; noi siamo impotenti, non possiamo cambiare la societa’, il mondo… Seguiamo quello che fanno tutti, seguiamo le mode del momento: la mancanza di speranza come impotenza e assuefazione.
14. Violenze fra giovani
L’altra via di uscita e’ giocare una volonta’ tenace nel perseguire i nostri progetti contro tutto e contro tutti. Per fare questo ed essere sicuri di vincere, dobbiamo preoccuparci solo di noi stessi, fino a essere pronti a usare violenza, pur di non vedersi sfuggire un futuro sognato.
In realta’, questa tenacia e queste preoccupazioni sono un modo per sfuggire alla brevita’ della vita, alla paura della morte: noi lottiamo per avere potere perche’ cerchiamo dignita’ che ci faccia sfuggire una fine senza senso; cerchiamo di accumulare denaro per avere una vita piena, anche se una vita piena di cose che dopo un po’ ci stufano; uccidiamo perche’ vogliamo noi sfuggire alla nostra morte che altri ci vorrebbero procurare.
15. Zhuhai
(V. quanto e’ successo a Zhuhai l’11 novembre scorso).
 
Più forte della morte
16. Resurrezione
La speranza che non delude deve poterci dare dignita’, gioia e vittoria sulla morte, senza creare in noi e attorno a noi una situazione di odio, violenza, morte.
La speranza che non delude e’ la morte e la resurrezione di Gesu’ Cristo. Egli morendo, ha distrutto la morte, ha inaugurato la vita piena e ci ha donato una nuova dignita’ di figli amati da Dio, che e’ Padre:
“Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio…. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.
 
Notiamo subito che la speranza cristiana e’ diversa dalle speranze solo umane. In queste bisogna lottare, combattere, mangiare amaro, per poi – forse – ottenere qualcosa nel futuro. Il presente e’ percio’ visto come un ostacolo, qualcosa da fuggire, da abbandonare perche’ non offre niente di buono.
La speranza cristiana, certezza del mio e nostro futuro, si basa su qualcosa che e’ presente oggi nella mia vita: il fatto che l’amore di Dio e’ riversato nei nostri cuori, che la morte e la resurrezione di Gesu’ sono l’avvenimento che domina oggi in me e nel mondo e che nessuno puo’ vincere.
17. Papa Francesco e bambino malato
Ancora papa Francesco:
“La speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? [...] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» ( Rm 8,35.37-39)”. [SNC 3]
 
La fonte dei sacramenti
Dove si attinge questo amore piu’ forte della morte?
La risposta piu’ immediata e semplice e’: nei sacramenti.
Papa Francesco sottolinea soprattutto due sacramenti che devono essere riscoperti durante il Giubileo: il battesimo e la riconciliazione.
18. Battesimo
A proposito del battesimo il papa dice:
“La speranza cristiana consiste proprio in questo: davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, «la vita non è tolta, ma trasformata», per sempre. Nel Battesimo, infatti, sepolti insieme con Cristo, riceviamo in Lui risorto il dono di una vita nuova, che abbatte il muro della morte, facendo di essa un passaggio verso l’eternità…. il Giubileo ci offrirà l’opportunità di riscoprire, con immensa gratitudine, il dono di quella vita nuova ricevuta nel Battesimo in grado di trasfigurarne il dramma”. [SNC 20].
19. Confessione
E a proposito del sacramento della riconciliazione, dice:
“Il Sacramento della Penitenza ci assicura che Dio cancella i nostri peccati. Ritornano con la loro carica di consolazione le parole del Salmo: «Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. […] Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. […] Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe» (Sal 103,3-4.8.10-12). La Riconciliazione sacramentale non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Lì permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui (cfr. 2Cor 5,20), assaporando il suo perdono. Non rinunciamo dunque alla Confessione, ma riscopriamo la bellezza del sacramento della guarigione e della gioia, la bellezza del perdono dei peccati!”. [SNC 23].
20. Comunita’ - eucaristia
Questi sacramenti trovano immediata espressione nella vita della Chiesa. La Chiesa e’ il sacramento di Cristo che con la sua potenza unisce i battezzati in un solo corpo, rendendoli familiari l’uno all’altro, capaci di amarsi e perdonarsi a vicenda.
 
Dove vivono fede, speranza e carita’, possiamo “testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza”. [SNC 18].
 
“Tale esperienza piena di perdono non può che aprire il cuore e la mente a perdonare. Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è già avvenuto; e, tuttavia, il perdono può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore, livore e vendetta. Il futuro rischiarato dal perdono consente di leggere il passato con occhi diversi, più sereni, seppure ancora solcati da lacrime”. [SNC 23].
 
La vita eterna
21. Cristo libera Adamo ed Eva
La vita nuova che ci viene donata nei sacramenti e nella Chiesa sostiene la nostra speranza anche nella morte e dopo la morte.
La diffusa mentalita’ moderna cerca di non parlare della morte e cerca di non interessarsi alla possibilita’ di una vita oltre la morte: ci si concentra nel proprio lavoro, nei propri guadagni, nei propri hobbies sapendo che prima o poi abbandoneremo tutto, controvoglia o no.
Altre religioni osano invece sperare in un aldila’, anche se il modo in cui lo dipingono e’ semplicemente una diversita’ dall’aldiqua, qualcosa di simile ai fantasmi: si perde la propria vita qui e ora e si viene immessi in un’altra vita di cui non si comprende la consistenza. Questo futuro sfuocato getta una luce di fragilita’ e vuoto alla vita nel presente.
 
La nostra partecipazione alla morte e resurrezione di Cristo ci rende certi della vita dopo la morte, della vita per sempre. Allo stesso tempo, siccome Cristo e’ risorto “nel suo vero corpo”, la certezza del futuro e la sua potenza ci suggeriscono che il nostro corpo e tutto cio’ che abbiamo fatto nella vita non sara’ abbandonato e perduto, ma quel corpo potra’ vivere con Cristo. Come diciamo nel Credo: “Credo nella resurrezione della carne”.
22. Comunione dei santi
Per papa Francesco, il Giubileo e’ anche l’occasione di comprendere che la nostra speranza va oltre la morte:
 
“«Credo la vita eterna»: così professa la nostra fede e la speranza cristiana trova in queste parole un cardine fondamentale. Essa, infatti, «è la virtù teologale per la quale desideriamo […] la vita eterna come nostra felicità». Il Concilio Ecumenico Vaticano II afferma: «Se manca la base religiosa e la speranza della vita eterna, la dignità umana viene lesa in maniera assai grave, come si constata spesso al giorno d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano nella disperazione». Noi, invece, in virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui: è con questo spirito che facciamo nostra la commossa invocazione dei primi cristiani, con la quale termina la Sacra Scrittura: «Vieni, Signore Gesù!» ( Ap 22,20)”. [SNC 19]
 
 
Il giudizio
23. Giudizio universale
Alla vita eterna e alla vittoria sul male appartiene la verita’ del giudizio individuale e finale, con cui Dio rende eterno quanto abbiamo fatto in vita, in bene e in male. Il papa sottolinea che questo giudizio e’ un giudizio di misericordia, non come quello dei tribunali umani [SNC 22].
Ma il male che abbiamo fatto in vita ha bisogno di purificarsi in amore. Da qui il valore dell’indulgenza e della preghiera per i defunti [SNC 22].
“Si comprende in tal senso la necessità di pregare per quanti hanno concluso il cammino terreno, solidarietà nell’intercessione orante che rinviene la propria efficacia nella comunione dei santi, nel comune vincolo che ci unisce in Cristo, primogenito della creazione. Così l’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia”. [SNC 22].
24. Candele e preghiere
Testimoni di speranza
Nella Lettera di indizione del Giubileo, papa Francesco chiede a tutti i fedeli di divenire testimoni della speranza cristiana nel mondo.
 
Il papa elenca anche alcune speciali situazioni in cui offrire segni di speranza.
25. Bambini israeliano e palestinese
Fra essi vi sono le situazioni di guerra in cui essere operatori di pace [n.8] e l’inverno demografico, in cui sostenere le nuove nascite e le famiglie giovani [n.9]. Segni di speranza sono necessari anche per i prigionieri [n.10], i malati [n.11], i giovani [n.12]: “con una rinnovata passione prendiamoci cura dei ragazzi, degli studenti, dei fidanzati, delle giovani generazioni! Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!”.
26. Bambini filippini
Segni di speranza sono da offrire ai migranti, agli anziani e ai poveri [nn. 13-15].
 
Come conclusione, egli afferma:
“Il prossimo Giubileo, dunque, sarà un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio. Ci aiuti pure a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato. La testimonianza credente possa essere nel mondo lievito di genuina speranza, annuncio di cieli nuovi e terra nuova (cfr. 2Pt 3,13), dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli, protesi verso il compimento della promessa del Signore”. [SNC 25].
 
Il nostro lavoro e il Giubileo della speranza
Cosa significa tutto questo per la nostra fede e la nostra vita quotidiana? Per il prossimo Giubileo, vorrei proporci alcuni gesti:
27. Roma
- Un pellegrinaggio a Roma. Caratteristica del Giubileo è sempre stata quella del pellegrinaggio (a Roma, in una basilica, in un santuario mariano, ...): un viaggio che è simbolo della nostra vita e della nostra conversione: la decisione di partire e di non restare fermi; di camminare seguendo una direzione (non di vagare in modo confuso); di arrivare in un luogo dove trovare riposo nel corpo e nello spirito, riscoprendo il nostro rapporto con Cristo - soprattutto con il sacramento della riconciliazione, della comunione e della preghiera - e iniziando una nuova vita.
• Differenza con il turismo (tecnica antistress; vagabondaggio senza mete precise; semplicemente uscire dall'ordinario [lontano da tutto]; non salvezza, ma relax solo per sé).
28. Cattedrale di Hong Kong
- Pellegrinaggio alla cattedrale per attraversare la Porta Santa
- Un gesto con i poveri
- Un gesto con i prigionieri
29. Famiglia con bambini
- Un gesto con le giovani famiglie con bambini piccoli
30. Natale
Mesi fa un mio amico mi ha detto: “Nella nostra precarieta’ Dio costruisce una dimora”. Questo e’ molto vero per Maria, sconosciuta donna di Nazareth, una ragazza forse di 13-15 anni, che e’ divenuta la Madre di Dio. E’ vero anche per Gesu’: nella poverta’ di una stalla, nella fragilita’ di un Bambino, vive la benedizione, l’amore di Dio, anzi Dio stesso.
Ma e’ vero anche per noi: nelle fragilita’ e nelle fatiche della nostra vita, se rimaniamo legati a Cristo e alla Chiesa, alla nostra comunita’, la nostra opera, anche se piccola, porta molto frutto.
 
Fr. Bernardo Cervellera
24 Novembre 2024
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